martedì 13 aprile 2010

IL FALCO CITTADINO

Il più piccolo tra i rapaci si trova perfettamente a suo agio tra i Sassi di Matera, nonostante i lavori di restauro.

di Sandro Bassi National Geographic Novembre 2009

A Matera, tra i Sassi che rappresentano la storia della città e che oggi ne costituiscono la principale risorsa, è facile vedere, specie al tramonto strani rapaci che solcano il cielo e fanno ritorno ai nidi dopo aver cacciato sul selvaggio altopiano che fronteggia la città. Rapaci strani e meravigliosi: il loro aspetto è simile a quello del gheppio (sono solo un po’ più piccoli), ma il comportamento gregario e fiducioso nei confronti dell’ uomo li rende del tutto peculiari.

Si tratta dei falchi grillai, i più piccoli rapaci europei, come spiega Matteo Visceglia, referente materano del Progetto Life Natura Rapaci Lucani, e incredibilmente capaci, a Matera come in pochi altri casi, di nidificare in città, sui tetti, sotto i coppi, in qualsiasi anfratto di edifici vecchi e nuovi. La colonia di Matera non è l’unica italiana ma è di certo la più imponente. I dati dei censimenti degli ultimi anni, oscillano da un minimo di 700 coppie nidificanti a quelli dei recenti conteggi sugli esemplari in periodo pre-riproduttivo, da cui risultano 3.000 effettivi. Conteggi possibili perché prima della nidificazione tutti i grillai si riuniscono in dormitori comuni, che a Matera sono due grandi pini.

I due pini si trovano in posizioni tutt’altro che indisturbate: uno è nel bel mezzo di un’ aiuola spartitraffico nei pressi della stazione, l’ altro nel mezzo dei condomini della periferia. Altre colonie più piccole si trovano in 11 centri delle Murge, tra cui Montescaglioso e Altamura. Pur in mancanza di veri parametri di confronto con il passato, la situazione delle colonie apulo lucane appare in controtendenza rispetto a quella mondiale che vede il grillaio in drastica rarefazione per cause non chiare, ma comunque legate a modifiche degli habitat prodotte dall’ uomo. Per l’ Unioni Europea il grillaio è specie di interesse prioritario, da proteggere in modo particolare, dato il rischio di estinzione e il calo numerico recente; delle 12-18 mila coppie rimaste in tutto il continente, il 25 % si concentra nell’ Italia meridionale, particolarmente in Basilicata e Puglia, con oltre 3.000 coppie; altre 4-500 nidificano in Sicilia e 100-200 in Sardegna.[…]

In controtendenza con quello che succede in molte zone dell’ areale spagnolo e greco, il territorio della murgia materana è immutato da secoli, un tavolato calcareo coperto da grandi pascoli aridi. A Matera risulta evidente la caratteristica formazione di colonie del grillaio in un punto ben preciso: un pino domestico situato quasi al centro della città. I piccoli falchi utilizzano questo pino come dormitorio e sembrano del tutto indifferenti al traffico cittadino (in quel punto della città particolarmete concentrato). Durante il periodo precedente alla riproduzione, al calare del sole è possibile vedere centinaia di uccelli che si affollano in volo attorno al pino (proprio questo comportamento ha reso possibile censimenti accurati). Durante il periodo riproduttivo spicca un’ altra particolarità del grillaio e cioè il fatto che nidifica praticamente ovunque: in nicchie sui monumenti, sotto le tegole, in qualsiasi buco o fessura delle mura (sono stati visti alcuni uccelli nidificare in vasi sui balconi). Durante il periodo della mietitura nei dintorni di Matera è facile vedere grillai in volo sui campi, pronti a catturare tutti quelli insetti che vengono disturbati dall’attività dell’ uomo. La città ha adottato questo splendido uccello e per questo motivo si è incentivato l’ utilizzo delle cassette nido, che sono di aiuto alla nidificazione, in quanto compensano la perdita dei luoghi nidificatori che si perdono con il restauro delle vecchie abitazioni. Sul palazzo della Provincia sono state collocate circa 50 cassette nido. Quasi il 22% delle cassette collocate a Matera nel 2008 è stato utilizzato.

Fonte: http://mrcury.wordpress.com/2010/04/09/il-falco-cittadino/

L'articolo completo è stato pubblicato sul numero di novembre di National Geographic
come riportato su questo Blog

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